gap: ciao porcello. no, così, volevo solo dirtelo, ma con ammore..
fuda: grazie, me lo merito tutto..
gap: l'ammore o il porcello?
fuda: la seconda che hai detto..
gap: anche secondo me. ma non divaghiamo, dimmi che hai combinato?
fuda: nulla di che..
gap: dai, dimmi, limoni con la logopedista?
fuda: nonono. mi ha stufato..
gap: di già?
fuda: eh, non sono il principe azurro di turno. se non sei felice col tuo compagno, cazzi tuoi. io voglio solo scopare, che l'ammore già ce l'ho..
giovedì 26 aprile 2012
mercoledì 25 aprile 2012
25 aprile
No, non è la festa di tutti.
È la festa di chi crede nella libertà e di chi crede che l'essere umani passi necessariamente dalla sua difesa. Della libertà, degli uomini. È la festa di chi non ha ceduto alle lusinghe degli ultimi vent'anni di revisionismo e se la sente scorrere nelle vene, la differenza. È la festa di chi ha lottato e di chi ancora lotta contro il male di un fascismo che distrugge la bellezza di essere vivi e liberi di esserlo. È il giorno di chi ha avuto il coraggio di scegliere da che parte stare, di chi oggi ce l'ha ancora, ché in mezzo ci sono solo i pavidi e gli ignavi.
I tempi sono bui e schierarsi è un atto necessario.
Io sto con gli uomini.
È la festa di chi crede nella libertà e di chi crede che l'essere umani passi necessariamente dalla sua difesa. Della libertà, degli uomini. È la festa di chi non ha ceduto alle lusinghe degli ultimi vent'anni di revisionismo e se la sente scorrere nelle vene, la differenza. È la festa di chi ha lottato e di chi ancora lotta contro il male di un fascismo che distrugge la bellezza di essere vivi e liberi di esserlo. È il giorno di chi ha avuto il coraggio di scegliere da che parte stare, di chi oggi ce l'ha ancora, ché in mezzo ci sono solo i pavidi e gli ignavi.
I tempi sono bui e schierarsi è un atto necessario.
Io sto con gli uomini.
venerdì 20 aprile 2012
Per noi che stiamo in fondo alla campagna
E poi io penso continuamente a questa cosa dell'umanità, ma non so se sono in grado di dirla bene. Penso che chi sia capace di perpetrare sull'altro violenza organizzata e scientifica non abbia più nulla di umano e penso che chi non si ribella a questo male ne sia complice; penso anche che quando non ci si riconosce più nell'altro ciò che ci fa umani si sia ormai definitivamente rotto, rendendo le persone qualcosa di mostruoso e terribile; penso che la sola cosa che ci possa salvare sia la certezza che noi siamo l'altro, quello con le mani alzate e il sangue sulla faccia. Penso anche che sono stanco di solo pensare, però.
lunedì 16 aprile 2012
Cromoterapia
Quel che mi meraviglia, nel grigio di questi giorni come se fosse novembre, è il pugno dei colori all'improvviso sulla faccia.
mercoledì 4 aprile 2012
La forma della felicità
D'acqua è stata la mia felicità.
Lo scherzo di un istante sulla pelle. Una goccia che è scivolata via lenta, nel vento, o evaporata per la calura.
Ricordo l'acqua quella notte sulla nave che mi portava via dal peso di ricordi troppo tristi - una fuga mai finita, questa - e una luna enorme e rossa. La gioia incontenibile di essere vivo si specchiava su quel muso triste e immediatamente si faceva ruggine sulla ferraglia dei boccaporti sbattuti dal vento.
C'era acqua sulla mia strada il giorno dell'esilio. Era pioggia e laghi e mare. Tutto insieme. E io ridevo di una felicità bambina per tutta quella rabbia che mi buttava addosso la risacca.
Ricordo acqua intorno anche il giorno che la vidi ridere per la prima volta. Il sudore lungo la schiena di pensieri fatti con la forma del suo ventre, la curva del suo seno. Pensieri che avevano già il gusto del sale e del miele.
E' tempo di sedersi, dunque, questo e aspettare che le cose prendano lentamente forma.
[Che poi, a volte, questa sia la forma di un paio di mutande che volano via, questa è un'altra storia.]
Lo scherzo di un istante sulla pelle. Una goccia che è scivolata via lenta, nel vento, o evaporata per la calura.
Ricordo l'acqua quella notte sulla nave che mi portava via dal peso di ricordi troppo tristi - una fuga mai finita, questa - e una luna enorme e rossa. La gioia incontenibile di essere vivo si specchiava su quel muso triste e immediatamente si faceva ruggine sulla ferraglia dei boccaporti sbattuti dal vento.
C'era acqua sulla mia strada il giorno dell'esilio. Era pioggia e laghi e mare. Tutto insieme. E io ridevo di una felicità bambina per tutta quella rabbia che mi buttava addosso la risacca.
Ricordo acqua intorno anche il giorno che la vidi ridere per la prima volta. Il sudore lungo la schiena di pensieri fatti con la forma del suo ventre, la curva del suo seno. Pensieri che avevano già il gusto del sale e del miele.
E' tempo di sedersi, dunque, questo e aspettare che le cose prendano lentamente forma.
[Che poi, a volte, questa sia la forma di un paio di mutande che volano via, questa è un'altra storia.]
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