martedì 24 gennaio 2012

Verde

Mi piace la strada che si riempie di silenzio, la sera. E questo dolore di ortiche alle gambe, il senso della fatica che fa scricchiolare le ossa e leva il veleno dal sangue.
Mi piacciono le mani che non stanno mai ferme, che rubano spazio alla vanità dei pensieri. E vorrei diventare come mia nonna, che pensava con le sue dita - dita feroci ad aprire le mandorle - e le sue parole erano solo un attrezzo per costruire: ci riuniva intorno alle sue ginocchia ricamandoci sulle spalle, con un filo di lana, le parole di casa. E noi ci avvitavamo a quel pavimento di legno, senza volere più andare.
Ciò che ora voglio è solo imparare. Imparare a usare le mani per fare, ché le orecchie sono stanche del sapore di vuoto che fanno le parole sentite, che le labbra non hanno più il senitmento di dire.
Per me desidero unghie sporche di terra e addosso il sudore, la fatica naturale di costruire, un po' di silenzio per guardare le foglie nuove che già stanno arrivando.
Tra il sale e i capelli.

13 commenti:

  1. Un sasso che rompe una mandorla selvatica. Quell'odore. Ho sentito.

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  2. anch'io vorrei usare di più le mani. Le ho usate troppo in passato, in modo sbagliato. Ora ho la manualità di un serpente.

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  3. un bel post che sa di vero e di terra e di ombelico del mondo.

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  4. perché mettere le mani nella terra ci fa riprendere il contatto con le cose più genuine, con la natura, con la nascita dopo il riposo invernale, con noi stessi e quel po' di selvaggio che la vita ci sta portando via.
    Buon risveglio.

    Agata(elatempesta)

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  5. Pensavo giusto a delle piantine da invasare... tu che hai il pollice "vèrde".

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  6. sperando ci sia ancora qualcosa da toccare, dopo tanto fiato...

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  7. Bellissimo e terroso. Ma come fanno certe persone ad aprire le mandorle (ma anche le noci, mioddio!) con la sola forza di una mano! Io, dico, neanche una tappo riesco a svitare. Talvolta. Ma come è che d'un tratto di voglia di mare ti trovo immerso tra non più verdi ricordi, malinconia latente, verità nuda. Sempre la tua.

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  8. @valchiria, attenta alle dita, tu, che le hai delicate.

    @lorenzo, ché secondo me si sta troppo seduti a ricamare sulle proprie vanità. meglio prendere, fare.

    @calzino, grazie, sei gentile, tu.

    @agata, esatto, la selvaticitudine.

    @epistassi, la mia E aperta è belissima. ci tengo a dirlo.

    @alpexex, altrove, basta andare altrove.

    @nora, è che si sta così, con l'acqua in testa e i piedi in terra, per adesso.

    @lasaRamandra, macchè, tu. tu sei quella brava e bella e io sto studiando come imitarti. ecco.

    @missraw, grazie anche a te, dunque.

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  9. la mani della mia (bis)nonna intente ad aprire mandorle, e noci fresche, e baccelli di piselli e fave, mangiati tutti con un gusto paragonabile a null'altro, le ricordo anche io.

    è un gran bel ricordo.

    è bello sporcarsi le mani in un atto creativo, fosse anche un atto d'amore.

    quale quello di sbucciare le mandorle.

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