mercoledì 23 maggio 2012

Vent'anni dopo

Nella città in cui lavoro, questa notte, hanno bruciato un negozio.
Non è la città in cui sono nato e non è quella in cui vivo, ma al suo ingresso, ora, c'è una grossa macchia nera di fumo che da domani vedrò tutti i giorni. 
E non si sa chi è stato e non si sa il perché.
C'è solo un vago senso di minaccia che incombe sulla gente e sulle parole dette sottovoce davanti alle edicole e nei bar. Una minaccia il cui nome tutti conoscono e nessuno pronuncia.

Sembrano cose minori e difficilissime insieme, queste, ma forse è proprio da qui e da ora che bisogna iniziare a cavarci di dosso il senso d'impotenza con cui ci schiacciano lo sguardo a terra. E farlo insieme.
Il coraggio che serve lo si può trovare qui:
"L'importante non è stabilire se uno ha paura o meno, è saper convivere con la propria paura e non farsi condizionare dalla stessa. Ecco, il coraggio è questo, altrimenti non è più coraggio, è incoscienza" (Falcone intervistato da Marcelle Padovani in La solitudine del Giudice Falcone).

domenica 20 maggio 2012

Life on Mars



La madre si guarda intorno, preoccupata, e poi rivolta col muso qualche manciata di terra sui piccoli. Sono tre cose da niente, tutte spine e pieghe di pelle trasparente.
Li guardo e subito cerco un posto dove si possa rifare una tana, ché la vecchia è stata scoperchiata da un colpo di zappa troppo profondo. Un secchio di terra e un angolo di giardino, tanto dovrebbe bastare all'inizio.
Li spio, e poi ti riconosco in quello sguardo di riccio, la cura e l'amore.

lunedì 14 maggio 2012

Autobiografia in forma di salsedine

Se tu potessi assaggiare, ora, il sapore di sale e fatica onesta sulla mia pelle - la salsedine mi disegna sulle braccia dei fiori di bianco, la sabbia scivola sulle guance dall'arco ottuso delle sopracciglia -; se tu, adesso, potessi vedere la stanchezza allegra degli occhi e ascoltare la voce ferma che chiede il pane all'arabo della bottega all'angolo; se tu - dicevo - potessi tutto questo, allora mi prenderesti per mano e mi tireresti di là - i tuoi passi piccoli e scalzi a disegnare ricami di dita sul mio pavimento sporco - e, con l'indice sulle labbra, lasceresti che io mi perdonassi.

lunedì 7 maggio 2012

L'arte della fuga

Non so voi, ma quasi quasi io me la batto. 
Porto con me solo un baule di preoccupazioni da sbrogliare lungo il viaggio e l'ansia di rivedermi camminare, dinnoccolato e stanco, su strade che non mi appartengono più. Addosso soltanto la paura d'inciampare sul solito gradino rotto, di cadere nella trappola ovvia di ciò che sono sempre stato.
Parto, io.
E vorrei tornare indietro con un segreto da svelare e qualche canzone nuova. Un cesto di carciofi e un sorriso da serbare per i giorni a venire.