lunedì 10 settembre 2012

La libertà in forma di gabbia

Quello che desidero, ora, è imparare a tenere.
Il gesto naturale del palmo che si volge in alto, con le dita che lentamente si schiudono, come una gabbia che si apre, come un'offerta: la mano rimane spalancata a mezz'aria e restare o partire può essere solo una scelta. Un volere.
Come succede agli uccelli, che liberati dal vincolo della rete in cui si sono aggrovigliati la vita, rimangono immobili nella mano che dona loro lo stupore e il terrore di una libertà completamente nuova.
E schiuse le dita si guardano pigri intorno, come scelgliere di rimanere a rubare il calore a quel palmo che li sostiene. 

Quello che io ho, adesso, è la mano tesa così, a mezz'aria: solo un'offerta tra le tante del mondo, ma pur sempre la mia.
Quello che io voglio, ora, è solo tenere.

5 commenti:

  1. ... gap... (sospiro)
    questa cosa mi fa male leggerla perchè mi immagino con entrambe le mani tese verso il cielo e spalancate.

    ti auguro che l'uccellino decida di scegliere, tra tante mani, la tua :)
    buona fortuna!

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  2. "Mantenere: a dieci anni era il mio verbo preferito. Comportava la promessa di tenere per mano". Ho amato tantissimo queste parole di Erri De Luca, perché vorrei che qualcuno la tenesse, la mia mano tesa.

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