sabato 1 ottobre 2011

Lische

L'acqua è immobile, trasparente. Scivola sulla rena come un invito.
Siamo rimasti in pochi, qui, a spiarla mentre lentamente si scrolla di dosso il fango di un'estate troppo lunga. Non più bambini che stridono con i denti sulla sabbia e fanno strage di granchi corridori, non più madri che schiumano crema solare sulla riva.
Con un brivido di freddo sono dentro. Mi ride la pelle assetata.
Una capovolta e tutto si fa blu, allo sguardo e all'udito. Il silenzio è ovattato, rotondo di brevi sbuffi di fiato.
Lentamente lascio che l'acqua mi sbrogli i pensieri, che me li snodi dalla nuca con le sue dita gelate. Che mi cavi dal naso il passato, con un forcipe di spine di pesce e cocci di conchiglia.
Solo senza respiro mi riconosco ancora.

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